KUNGFU – WUSHU

 

 

Nella Cina moderna le antiche arti marziali sono state riscoperte e rivalorizzate e sono oggi considerate uno dei pilastri fondamentali dell’immenso patrimonio culturale della Nazione.

In questa riscoperta si è applicata una profonda revisione dei principi e della pratica antica; se infatti tali discipline sorsero per l’esigenza di fronteggiare situazioni concrete di grande conflittualità propri di molti periodi della storia cinese, furono però sempre caratterizzate anche da un profondo interesse per le finalità di riequilibrio e potenziamento delle sfere fisico-psichico-emozionali.

Si può comprendere questo aspetto se si considera l’importanza che i Cinesi hanno attribuito da sempre e che tuttora riservano al concetto di “salute“.  

L’idea che i Cinesi hanno di “salute“ (che è la conseguenza dei principi ispiratori della Medicina Tradizionale Cinese e  delle antiche pratiche fisico-energetiche) è ben più vasto di quello attribuitogli nell’attuale mondo occidentale; non si limita infatti ad uno stato di sostanziale assenza di malattie, quanto piuttosto ad uno stato di  benessere complessivo che abbraccia tutte le sfere della persona, basato sull’equilibrio di tutte le componenti dell’individuo e di questi in rapporto all’ambiente esterno.

Per questa ragione le arti marziali cinesi sono diventate parte integrante della preparazione fisica di tutta la popolazione cinese, privilegiando nei giovani gli aspetti più appariscenti e la pratica sportiva, nei più anziani il mantenimento di un  buono stato di preparazione  fisico-mentale.

 

 

Altri aspetti che oggi vengono tenuti in particolare considerazione sono quello culturale e quello artistico. Studiando la  storia cinese si può vedere come grande interesse sia sempre stato attribuito allo studio delle arti marziali, con la creazione di diversi stili di lotta, armati o a mani nude, semplici o complessi, creati per gli eserciti o elaborati nelle campagne e nei monasteri per difendersi da  aggressioni di briganti o da  soprusi. Ma spesso tale studio andava al di là del semplice aspetto utilitaristico, finalizzato al combattimento, per creare discipline che appagassero anche l’aspetto di auto-realizzazione personale, di esibizione come gioco ed espressione di  bellezza (in questo simili ai tornei medievali della nostra storia). Ancora oggi questo aspetto è tenuto in particolare considerazione e le esibizioni di arti marziali accompagnano sovente le celebrazioni e le manifestazioni che si svolgono in tutta la Cina e costituiscono il bagaglio integrante nella  preparazione degli attori  del Teatro Cinese, la forma  d’arte  più apprezzata ancor oggi dai Cinesi.

Come disciplina fisica la più applicata in Cina, non poteva non trovare espressione anche nell’ambito sportivo ed oggi in Cina il WU SHU  (termine che indica le arti marziali cinesi, più correttamente del termine KUNG FU)  è lo sport nazionale, con una diffusione capillare in Cina  ed ormai una grandissima diffusione in tutto il mondo. Nel 2008,in occasione delle Olimpiadi di Pechino, ha avuto il riconoscimento del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) come sport di interesse olimpico.  

Per concludere, oltre agli aspetti esaminati, salute, cultura, arte, sport, non va dimenticato il fine primario di queste  discipline, quello marziale, che ne è alla base e le caratterizza. Se oggi tale aspetto ha perso la sua importanza originaria, nelle arti marziali  sono  presenti pur sempre valori etici che ne trascendono la semplice pratica e che si possono estendere a vari aspetti della vita corrente. Vi si ritrovano infatti valori  come quello della disciplina e del sacrificio finalizzato al conseguimento dei risultati più importanti, del rispetto e della fiducia verso gli altri, dell’autostima verso se stessi e la sicurezza nelle  situazioni più svariate e insieme la capacità di divertirsi, con la riappropriazione della dimensione “ludica“ sempre più difficile da ritrovare nella vita di tutti i giorni.  

Infine non va dimenticato come in Cina (ma non solo) anticamente la via delle arti marziali veniva da molti guerrieri considerata come una via realizzativa, che permetteva di raggiungere le più alte vette della maturazione fisica,  psichica,  spirituale, col fine ultimo del conseguimento della meta suprema (illuminazione, immortalità, ecc.) .